venerdì 12 agosto 2011
kwandargos
Anna Maria
‘come ti chiami? Io mi chiamo Anna Maria’
‘Io non mi chiamo mai.
Tu chiamami Znnarì…’
‘sei tutto scemo e ti blokki spesso…’ come mai?,
‘ah … debbo dirti come si stampano le schede…
E come si trasferiscono gli archivi…’
‘ma … assaggia questa mensa
e bevi questo nettare americano
poi senti non voglio forzarti
ma vieni a Cassino…’
E ti penso amica mia lontana
mentre il vento ripassa la grammatica
e anticipa le fresche memorie della sera
Argo si aggira in cerca d’una preda
cacio o pane o forse anche di meglio
e penso a te
come un treno alla rotaia come
la Terra all’orbita o come
l’albero al fulmine
Ti ricorderai di me
anche nel tempo della primavera
anche quando le rondini ritornano?
Ti aspetterò
e solo allora
ti tirerò un capello
e ti dirò
riportami
la schiaccia al pomodoro…
Bernadette
te ne sei volata
con le tue penne colore cioccolata
hai pigolato come un rondone
come tornata dal Paradiso
eri forse Asterio
eri tu
che mi beccavi la mano
sono stato tua madre
o solo un ostacolo
al tuo esilio
voglio essere una tortorella
e mangiare miglio e grano
cadere dal nido
farmi raccogliere da un cane lupo
e vivere quattro giorni da tigre
dentro una gabbia nuova
con acqua fresca e cereali
voglio sentire i camion
urlare e soffiare come draghi
accanto alle mie penne d’alluminio rotonde
come ruote di treno leggero
e voglio ascoltare il sospiro delle valvole
che bevono la voce del vento
il cielo resti a dio
per me
terrò un nido
d’acqua e di creta grigia
per te un giglio
un piccione e le sue penne
nostalgia
d’una vita annunciata
fra ovatta e lacrime di aghi di pino
mentre come un tortora volo sotto la pioggia
che ci racconta della vita e della morte
se guardo da questa stanza
con le finestre
che lasciano vedere il cielo
e le nuvole bianche
quelle cime lontane di alberi
agitarmi i ricordi
aspetto che tu mi parli
il pensiero della tua casa mi segue ovunque
( chi potrà mai nascondermi
i tuoi occhi che non mi guardano più
e sanno d'aria fredda
e d'acqua piovana? )
berremo i quaderni
catene di carta colorata
e getteremo la vecchia pelle
parole come pioggia e verbi come neve
cammineremo sopra la terra fresca
e nella memoria
non potremo più ascoltare
la voce muta
d'una platea di maschere
***
Addio Luigia
Abbaiavi così poco ed avevi il colore
della notte e delle nuvole chiare
Adesso tu sicuramente
correrai
in quel grande Prato sereno
che gli ingenui chiamano Paradiso
lì vanno tutti quelli
che dedicarono la vita agli Amici
E sorrido pensando
che non si può vivere senza
amici
ed anche per una canina cosa sarebbe il mondo
senza Mici?
Gioco con le parole
mentre il Sole caldo illumina
la tua cuccia
e soffia un vento così forte
che pesante d’amore doveva essere la tua Anima
se da questa forza spinta ora sale
Una pioggia violenta
è caduta tutta la notte
e tuoni e lampi e scrosci
per te hanno pianto sopra la terra scura
il cielo e le nuvole tristi
Addio
silenziosa Luigia
amica
Argo e Melody
ti penseranno sempre
e un giorno saranno ancora con te
con la loro voce d’argento
lo so che quando mi guardi
ti ricordi delle lontane cacce
giovani di Itaca
delle grotte improvvise
delle carezze ruvide
che poche ti diedi
fra i cespugli che divorasti
in quelle quattro piccole mura
confinanti con gli ulivi
e il mare sotto ronfante
muta presenza inquieta
adesso sei tu a partire
per una guerra lontana
e io ti aspetterò
costruendo
ciottoli bianchi e cemento
I tuoi grandi occhi
e le tue labbra
tremeranno
vedendo la mia incerta presenza
E io verrò verso di te
sopra le rocce grige
di questo inaridito promontorio
attraverso finestre alte semichiuse
e bottiglie rotte
Ti offrirò mani tagliate
e una testa rotta
e ti dirò "perdonami"
con gli occhi pieni di sale
Tu leccherai le mie colpe infinite
e mi porterai con te
nel tuo Paradiso
Sidus Asterion
Ci siamo conosciuti per caso
in una strada secondaria
Si prendevano gioco di te
Asterio
e questo non è serio
Ti ho portato a casa
e adesso dormi nelle mie calze
di lana.
In quattro giorni
ne hai cambiate tre paia
Lo so
che non potrò mai sostituire
tua madre rondine
ma cerco in mille modi
di farti mangiare
e tu
mi ricordi il passer della Lesbia
di Catullo di Sirmione
quando avventi le mie dita
con la tua bocca
che sembra volermi divorare
la falange
e allora io quasi
ingannandoti
ti costringo a ingoiare pezzetti di carne
(oggi ti ho dato anche del pollo
il che per una rondine
può essere risibile offesa)
Tutto quello che resta
di vita e di poesia
d'ogni
theia manìa
è nel tuo pneuma
Asterio
Resisti
poi ti prenderò per le ali
e ti lancerò nel cielo
un giorno volerai sopra l'Africa
e ti ricorderai
di aver dormito nelle mie calze di lana grige
e di aver visto vicino a te
un grande lupo nero
Mentre scrivo
fischi di continuo
forse sogni
la rissa
che ti ha fatto cadere dal nido
o il gatto
a cui ti ho strappato
o forse tua madre
che ti accudiva col becco sapiente
o tuo padre
quasi sempre assente.
Dormi
piccolo perfetto essere
solo
dentro la mia lana.
La vita ti chiama. Cosa sarà di noi?
Qualunque via
che sia
sarà la via migliore. Le ore
voleranno veloci.
Voleranno comunque
sopra qualche arancione
cielo africano.
E a te
non ruberò mai
nemmeno una penna
Bernadette
Due tortorelle qualche giorno fa
mentre con Anna e Argo
camminavo per Grosseto
danzavano curiosamente accanto a un pino
come innamorate.
Poi abbiamo capito che volevano
recuperare un figlio caduto dal nido.
Quando ti abbiamo visto
Bernardo
arrancavi sulla strada
e ti ho preso dolcemente nella mano
mentre Anna ed Argo ci seguivano.
Adesso hai una casa di fili di metallo
e chicchi di frumento ed acqua.
Persino un pulcino di legno per farti sembrare
di stare in una specie di famiglia.
Quando fra qualche giorno avrai
anche il cielo alto
e volerai sicuro nel tuo esilio
ricordati un consiglio:
delle strade del mondo
non badare alla fine.
Più che infinite distanze
Cerca il miglio.
biblios
*
abito ad Alessandria sul grande Nilo
e scrivo poesie che forse sono belle
ma sogno di camminare nella grande
biblioteca
sulla foce del Nilo
quanto sole fra i papiri dorati
dalle grandi finestre si vede il giardino
di Eraclito
e il tempietto della dea Osiride
sogno di passeggiare fra i corridoi sterminati
fiancheggiati da tutte le opere dell'ingegno umano
e che qualcuno mi dica
*
forse una fanciulla dai capelli come il grano
nata fra le colline di Tessaglia
nella boscosa Ftia
ove Peleo generò Achille
o una obliquo sorriso
di Mileto
dalla chioma scura
come le notti del Ponto
*
" vorrei leggere ancora
di quel poeta di Cirene
che scrive brevi epigrammi
ma pieni di tanto leggera eleganza"
E' così piena di sole
la biblioteca che io vedo in sogno
e che da qualche parte mi aspetta
colma di volumi
e di fasci di luce dorata
Buenos Aires
sopra le scogliere irte di pallide stelle marine
lungo le coste del mare della tenerezza
come se un gabbiano non potesse spaventare il mare
ti accorgevi e capivi la ricchezza del piccolo
sole
e caduta nelle buie spelonche della litania
d'una vita spesa a comprare ceramica
aspettavi alla finestra un cavaliere
con un grande cavallo come un canone nero
e venne di Natale con doni e amore
e venne con lacrime e sorrisi
e venne con una corazza d'argento
tu lo accogliesti
e gli dicesti ... 'portami
dove il mare bacia e invita a baciarsi
dove la felicita' e' un dovere
dove la costa innamorata accaretza l'onda
e pettina l'acqua del mare'
e lui ti prese e fu preso
e vi perdeste dove tutti si trovano
quelli che l'anima danno alla marea
e su verso la luce senza voltarsi
ti porto'
per un anello bianco d'amore purpureo
Casa
Perché la mente è una finestra
e il sole e la pioggia ti accompagnano
ma il giorno e la notte non restano con te
vorrei andarmene nella Terra del Vento
dove la Chiesa è una Casa
di legno
ancorata alla Terra da cavi d'acciaio.
Dio
invitami a una cena
senza pane e senza vino.
*
domani
Camminavi a piccoli passi
nel tuo giardino piccolissimo
di fronte al mare
e sembrava che tu
attraversassi l'Africa
tanto era cauto
il tuo passo
e la tua mano
stringeva le chiavi di casa.
Un giorno di tanti anni fa
le perdesti nel tuo giardino
e furono momenti di ansia
addirittura chiamammo il medico
che venne a parlarci
dell'utilità dei duplicatori di chiavi.
Ubi ista nocte dormiebis
Dove dormirai questa notte?
Poserai piano il tuo sorriso bianco
e la tua saggezza di sempre
ti farà da luce.
Chiusa dentro il tuo amore
chiusa col tuo rosario
guarderai da lontano
questo Calvario?
O forse sarà rosa
ancora questa vita
priva della tua mano?
Sono seduto di fronte alla finestra che preferivi
ricordo che ti mettevi qui e guardavi
gli ulivi e la campagna verde
con un triangolo azzurro di mare.
Oggi il sole ha lasciato il posto
alla pioggia
e dov'eri tu a guardare il mondo
ho sistemato un tavolo
con penne e libri.
Esisteranno ancora le cose che vedo
anche dopo di te
o le hai portate via?
Phila Strokka
Amore
una volta facevo
rima con cuore
adesso
più di prima
arrivo al cuore
e tralascio la rima
Basta
basta con le discriminazioni
basta con i lampioni
le more
le felci i mirtilli
e i campioni
insomma basta
alla canasta
Cavallo
cresci erba
che il cavallo campa
Domani
arriverà e si farà dimenticare
sui monti nelle valli
sopra i poggi
con lui saremo
lo chiameremo 'oggi'
Essere
essere re
o non essere re
questo
è il problema
Re
Fuoco
adesso
dovrebbe essere
l'anima di un papero
Gambero
se cammini in avanti
procedi adagio
ma se vai alla rovescia
ti prende
la prescia
Hobby
passa il tempo
e passa no
senza un hobby
male sto
I
senza la 'i'
non si farebbe niente
che addirittura
sarebbe solo ‘nente’
Lumi
sia la luce
e la luce fu
senza i suoi raggi
non ci vedi più
Mamma
non vergognarti
piangi
figlio mio
accanto a te
ci sono ancora io
Ninnananna
Anna dormi bella Anna
fa la ninna fa la nanna
con la gatta
un poco matta
dorme il figlio sotto il tiglio
dorme il cane e sogna l'osso
sospirando a più non posso
mentre l'uomo sogna il pane
dormon tutti nel paese
e non pagano le spese
dorme Marco come Franco
dorme pure il saltimbanco
dormi adesso pure tu
mentre cantano
i kukù
Papà
sono stato male
papà
come quando bambino
di notte dicevo
'vieni a prendermi'
e non ho saputo chiamarti
nella paura che tu
non potessi venire
Quando
Padre
che sei nel cielo
quando ti rivedrò
penserò che sei forse un altro
fantasma fugace
o un'immagine ingannevole
ma tu mi prenderai
e sarò come un giocattolo nelle tue braccia
ritorneremo a casa
a scrivere
quello che ora sappiamo
sopra la vita
Ritornare
non ritornare diventa un ritorno
senza partenza
Seppie
seppie di ossi di seppia
ora non so se seppi
di seppia o
d'ossi
Tango
tango tangis
tocco questo lento rintocco
di campana
lontana
che sa d'una terra
che più d'una serra
questo cuore che batte racchiude
Universo
l'universo non è
come se lo immagina
zi' Kiki o il dottor
Kiss Akj
l'universo non esiste
come l'Inferno e il Paradiso
che lungi dall'esserci
ci saranno
Ve lo
'velo'
avevo detto
adesso
ve lo svelo
e dopo
vi rivelo
vele e controvele
Zetapoesia
poesia ultima
di poche decine
scritte in due mattine
tra l'inventario dei libri
e delle riviste
e un salto in ferramenta
dove trovi sempre qualcosa
che gira
zeta poesia
poesia mia
buffo
gelato di fonemi
non sei diversa da certi miei
passati alunni di liceo
pensi che i tuoi difetti siano i miei
e quindi da imputare
a chi come un nave
ti mette dentro il mare
a galleggiare
***
**
*
Gatti
grigi e neri bianchi e pezzati
saltano nel cortile fra grandi cedri libanesi
accanto ai muri crollati
del distretto scolastico
mentre sistemo la biblioteca
come ricordi dentro la mente
e sogni dentro gli occhi.
Dove andrete mai se dovessero ricostruire
questo diroccato caseggiato?
Tornerò ancora a visitarvi con Argo
amicizia mia vivente
con doni e carezze.
E parleremo degli antichi palazzi dei Faraoni
vostri sudditi
di Mosè e delle guerre antiche e moderne nei deserti
mentre il vostro soffice sguardo si poserà
sopra un tramonto di buganvillee.
Ernesto Che Guevara
Straniero vestito da soldato
straniero con il basco nero
i tuoi compagni ti hanno lasciato
lungo la riva di questo torrente
... come scorre fangosa la mente
con i suoi scherzi proibiti
e i suoi segreti strani
così le mani
gratteranno i ciottoli tondi
alla ricerca vana di altri mondi
Rassomigli a Cristo mentre ti raccolgono sul greto
hai fori di proiettili e gli occhi aperti
e sembra quasi che tu
stia sorridendo a qualcuno che ami
Fiore di Bolivia
speranza avana
grande compagno dei rami alti
di questa jungla
ti metteremo
sopra le nostre giubbe
alle porte delle nostre scuole
in cima alla più alta stella
dove gareggiano i giovani
e ci sorriderai Uomo col basco nero
Lene
saltai oltre il sambuco
veloce
fra ciuffi di alti steli
e di erba tagliente
ero contenta quel giorno
e non sapevo
una forza possente mi prese il fianco
Michele udì il tuono
lo vidi chinarsi accanto a me
accarezzando le membra soffici
che non possedevo più
corsi via
per il mio premio
oltre ogni sambuco
lontano
nel mondo dei peli di gatto
Dove dormirai questa notte?
Poserai piano il tuo sorriso bianco
e la tua saggezza di sempre
ti farà da luce.
Chiusa dentro il tuo amore
chiusa col tuo rosario
guarderai da lontano
quanto calvario?
O forse sarà ancora
viva questa vita
priva della tua mano?
Dove dormirai questa notte
madre?
Nella tua stanza ho fatto il letto.
Qui
nulla è perfetto.
C'è una sedia
accanto al tavolino
come se tu dovessi arrivare
e sederti dicendo:
"sono venuta a farti
una visitina".
Il lampadario splende ancora
un dicembre lontano
lo sistemò un elettricista
maldestro.
Tu
come se ancora leggessi
pulisci gli occhiali
mi vedi
"è ora di cena?"
mi chiedi.
il vento ha soffiato per tutta la notte
e una pioggia forte è caduta come
una volta quando c'eri Tu
e ti penso sempre anche quando
lavoro e riascolto le tue parole
e come se Tu fossi sempre qui
con me Ti saluto se esco di casa
e se ritorno ti chiedo "come va?"
o ti dico "ciao, Ma' " ...
e questo vento e la pioggia mi
corrono intorno come la tua
voce bella dentro la bufera
e il lupo aspetta ancora che sia sera
per uscire ad annusare le vie.
E' cresciuto ed è forte. E sono certo
che Ti pensa.
***
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento