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Alek Sander

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venerdì 12 agosto 2011

poemata

Argos





Quando poi lui solcato lo stretto
tratto di mare azzurro che separa
Itaca petrosa dalla terra
di Ellene
io scorgessi ritratto sulla bianca
tunica della sabbiosa sua laguna natia
forse non reclinerei commosso il capo


e pensando ai suoi lunghi annosi giorni
passati nella mia vita
non tornerebbe quotidiana nei miei occhi nera
un’immagine sua tenace
e dell’avana andatura dondolante e dei
suoi bianchi denti immacolati eburnei e intatti



speranza per sempre mia vivente
che nel cuore e nella mente abita adesso
alato compagno attento
leggero e silenzioso
della sua pastorale
forte squillante voce memore
adesso?



** La casa in riva al mare ...




su in alto oltre quelle verdi
cime di alberi fra quelle due case
una bianca una rosa
dietro quel piccolissimo giardino
con un alloro e un limone
e una siepe d’edera
di pitosforo e falso gelsomino
con un grande oleandro fiorito
un portone color legno scuro
ti porta nella piccola casa vicino al mare
piena di tante piccole cose
ognuna delle quali ti riporta
ad un evento
una persona un fatto
un cane e un gatto
mille fogli stampati
sulla carta parole come miele
una firma del vecchio Gabriele
d’Annunzio sopra un grosso volto suo
pensoso
nei cassetti
le penne e gli strumenti
di un grappolo di gente
il biglietto
assai vecchio d’un glorioso senatore
Benedetto
Croce delizia del Novecento
le foto di Rosina e don Michele

l’autografo di Jotti
e i miei dischi autobiografici
alle pareti
Argo e papà con la sua bici
e mamma e Pino
con Beatrice
e Anna con Gennaro ed altra gente.

Ci sono tutti
manco solo io
sempre distratto con la testa in aria
a qualche scaramuccia solitaria

poi vedi
Elvis e la gattina nera e bianca
che passò qui l’ultimo dell’anno
con me
e il grande lupo Amico nostro
*
quanta gente fra queste poche bianche
pareti colme di ritratti
e come
parlano fitto e dicono
tutto quello che non hanno fatto in tempo
a dire un tempo
ed ora
insieme gridano
sommessi
accanto alla finestra
che guardava il nespolo
e quella che per veder il cielo
devi chinarti
E’ in riva al mare la casa degli amici
che abitano sui muri e nei cassetti
in fondo in fondo al cuore dei ricordi
dove trovi il colore quando mordi
come rondini sotto i loro tetti
e come i soffici peli dei miei mici.






Le mie gatte
di Anna M e Gennaro L.

le mie gatte hanno gli occhi gialli
e il colore del giorno e della notte
ci aspettano quando usciamo di casa
e a volte ci seguono di sera


non appena avvicini la mano
ti fanno le fusa
e si gettano a pancia in su
una si acquatta e simula un agguato

l’altra ti festeggia
quella che ha una maschera nera
come Batman

le mie gatte hanno bisogno di cure
da quando le ho trovate
in un bosco verde e scuro

sono abituate a vedermi vestito da ciclista
perché così mi hanno visto la prima volta
di un mattino di Agosto

in un paese dove c’è sempre il sole
e tanti scogli a picco sul mare

dove passano navi bianche
e i delfini saltano sopra le onde

le mie gatte sono sempre con me
e fanno le fusa nel mio cuore
il mio cane le ama
e si lascia pettinare dalla loro coda




Maris pecten



carezze assolate di lontane mani mai riconosciute
e sorrisi d’ una vita assiderata in lontane pianure
di nevi e di ghiacci bianchi e taglienti

ruote rotonde di volventi gomme
e irti vetri insidiosi
sotto la polvere
e sul brecciolino ruvido
mentre tu camminavi solenne
ispezionando il tuo vasto regno di ricordi
e le zampe fitte delle sedie di legno

avevi un canestro verde di pettini e di spazzole
per farti luccicare come il mare di Napoli
il tuo mantello nero
ma non sempre ce lo permetteva
d’usarle Re Kbbell

quanti temi e versioni da correggere
e quante relazioni lunghissime
eppure
adesso ti dico che allora
… “un’onda poteva pettinare il Mare
e incanalarci in saldo sentiero …”





Olio d'oliva



poemetto scritto da

Giulia&Gabriele

studenti dell’Istituto Tecnico Agrario
Leopoldo II di Grosseto

**
Un saggio signore di Uliveto,
paesino situato su una verdeggiante collina,
radunò intorno a sé tutti i bambini e rivolse loro un indovinello:
‘E' maestoso, dai rami fronzuti, dai frutti piccoli,
neri ed anche un po' violacei...’
‘ ... ma è facilissimo, gridarono in coro, è l'ulivo’.
‘Bene!
Allora ricordiamolo insieme con una bella favola..’.

Giulia e Gabriele :

"Questa avventura inventiamo per voi
e in rima adesso la cantiamo noi"


Giulia:

Dentro la serra della mia scuola
per l'ulivo giulivo e la sua sposa
ho costruito una grande alcova:
nel "plateau" confortevole, gran cosa,
un ulivino ho messo in terra nova.


Gabriele :

Ogni giorno controllo la sua vita,
lo annaffio, gli canto le canzoni.
Quelle che sempre per i bimbi buoni
Scriviamo con la penna e la matita.




Giulia:


E poi viene alla fine quel bel giorno,
che risoluto dice il grande olivo
"Sono cresciuto e alfine tutto intorno
mi sembra tutto il mondo più giulivo!’.
Era soltanto un tempo un nocciolino
E adesso invece come stava stretto! -
La chioma alzava in alto nel giardino.


Gabriele:

Tu non sei, mi capisci, una sequoia
e nemmeno una quercia assai frondosa
non puoi dormire dentro quel lettone
ma solamente in quel giallo vasone.

Giulia:

Rallegrati di stare nel vasone,
ci metti casa, diventi un alberone!


La terra, ben nutrita con "agriperlite", dà nutrimento alla piantina messa là.


Piantina:

Ma come sono bella,
c'è pur la coccinella,
ci sono i parassiti
che fanno da intercity.
Però faccio il capriccio,
perché non c'è il terriccio.
La piantina ormai cresciuta, una volta sistemata, ha la chioma diramata: foglie qua, foglie là, ma sta per diventare una vera pianta.
Piantina:

Nel cielo il sole brilla questa sera
e se Dio vuole non sarò più sola
come dentro la terra ogni viola
d’ essere insieme agli altri sempre spera.


Giulia:


In compagnia tu presto crescerai,
con buoni frutti non deluderai.

Tre anni per gli olivi sono passati, senza essere potati. Finalmente giungerà il momento dell'alleggerimento; perché troppi frutti non siano distrutti dall'intruso olivicida "Dacus Olea", si provvede alla raccolta dell'oliva europea.


Gabriele:

Succederà nel mese di Novembre
Porteremo al frantoio il gran raccolto
Come nel tino già finì Settembre
Che faccia anche l’olivo credo molto.




Olive:

Tranquillità di un tempo è ormai finita
per la nostra succosa e breve vita:
nella "bascula" ormai ci peseranno,
poi nelle presse un dì ci affogheranno.
Saremo le più belle tra le belle
Da questa terra andremo sulle stelle!


Giulia:

E’ necessario che dobbiate andare
se olio buono vi volete fare!
Nella "pressa" e nel "separatore"
Conquisterete tutto un altro odore.




Gabriele:

Nella gran "vasca di decantazione"
per l'acqua or si farà "depurazione"


Olive:

Belle e schiacciate tutte per benino,
ognuna prende adesso il suo trenino:
Tu "sansa" sei per bene diventata,
dopo essere stata assai pressata,
e tu invece in quest’acqua depurata,
sarai come si può riutilizzata;





Non so che cosa adesso ci faranno
per mangiarci col pane tutto l'anno.
Oh Dio! Si salvi adesso chi lo può!
Nel frangitore io proprio non ci sto!!



Tu, caro olio bello appena nato
sulle tavole sarai ben impalmato.


Olio:

Io sono diventato assai importante!
Come il poema di quel grande Dante.
Meglio crudo che cotto, è infinito
Il piacere che fa leccare il dito.

Gabriele e Giulia:

Il tuo viaggio alla fine è completato,
olio sei tu che olivo sei già stato.

Olio:

Allora me ne vado in tutta fretta
A insaporire il dorso alla "bruschetta".



Io prometto che adesso vado via,
viva l'olio d’oliva e così sia!







Parole difficili






Alcova Talamo nuziale
Agriperlite Substrato di terriccio
Bascula Bilancia
Bruschetta Pane abbrustolito e condito con olio, serve a
saggiare le qualità dell'olio
Dacus oleae Mosca dell'olivo
Decantazione Metodo per separare le parti solide da quelle
liquide
Depurazione Eliminazione delle scorie
Frangitore Attrezzo per frangere le olive
Plateau Contenitore di semi messi a germinare
Pressa Attrezzo per comprimere
Sansa Prodotto che rimane dopo l'estrazione
dell'olio
Separatore Macchinario che separa l'olio dall'acqua
Talee Segmento di pianta messa a radicare




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